sabato 20 settembre 2014

Due nuove sonde per il pianeta rosso.

La sonda americana Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) della Nasa e Mom (Mars Orbiter Mission) dell’agenzia spaziale indiana Isro si inseriranno nelle prossime 48 ore
una dietro l'altra nell'orbita di Marte. Maven ha già iniziato le manovre per entrare in un orbita circolare intorno al pianeta rosso, e dovrebbe arrivare alle 3:50 di lunedì. Mom, ribattezzata con il nome di Mangalyaan invece si inserirà in un orbita molto ellittica, con un punto vicino al pianeta che arriva a soli 423 chilometri, mentre quello più lontano a 80.000. Quest'ultima studiera’ l’atmosfera e la morfologia della superficie di Marte e avrà una vita di soli 5 mesi, e indagherà sui motivi che hanno fatto sparire l’acqua e da dove arrivi l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, mentre Maven dopo un periodo di sei settimane, testerà la piena funzionalità degli strumenti scientifici, e a novembre incomincerà a lavorare studiando composizione, struttura e dispersione di gas nella fascia più alta dell’atmosfera di Marte. Per arrivare sulla Terra, il loro segnale impieghera’ 12,5 minuti prima di arrivare a destinazione, e se tutto andrà per il meglio, l’Isro sara’ la quarta agenzia spaziale ad arrivare su Marte dopo quelle di Russia, Stati Uniti ed Europa.

venerdì 19 settembre 2014

Pianeti extrasolari: cosa sono?

Ciao a tutti!

Oggi con questo post voglio spiegarvi cosa sono gli esopianeti!

Dovete sapere che il primo esopianeta scoperto è 51 Peg B, orbitante intorno alla stella 51 Pegasi...

Ma partiamo con ordine.

Un pianeta è un corpo celeste orbitante intorno ad una stella, ad esempio Giove è un pianeta che orbita intorno al Sole.

Rappresentazione artistica del pianeta 51 Peg B e della sua stella, 51 Pegasi.....
Un esopianeta è invece un corpo celeste che orbita intorno ad una stella al di fuori del Sistema Solare, come nel caso di 51 Peg B.

Fino a poco tempo fa si pensava che i pianeti extrasolari non esistessero, mentre fino ad oggi sono stati scoperti centinaia di esopianeti! Alcuni di questi sono potenzialmente abitabili, infatti si trovano nella cosiddetta "zona verde" o "zona abitabile", nella quale può esistere l'acqua allo stato liquido.

La Terra stessa si trova nella zona abitabile, che si trova a circa 1 A.U. (149.000.000 di km) dal Sole, se la Terra si fosse trovata troppo vicino al Sole, gli oceani evaporerebbero, e il calore farebbe fondere il piombo; mentre invece se si fosse trovata troppo lontano dal Sole, sarebbe una palla di neve!

I ricercatori cercano i pianeti extrasolari intorno a stelle "fredde", esse sono le nane rosse, che hanno temperature di circa 3.000 gradi kelvin, quindi la zona verde si trova più vicino alla stella. E poi i pianeti, nel loro moto orbitale, fanno muovere leggermente la propria stella, quindi con le nane rosse - che sono più piccole del Sole - è più facile notare quel leggero movimento.

Quindi, capite la fortuna di vivere su un pianeta favorevole alla vita? Se riuscissimo ad individuare un pianeta simile al nostro, sarebbe la scoperta più grande per l'uomo....

E forse in un futuro lontano, potremo dire su uno di questi: "Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità"!

Le tute spaziali del futuro!

Saranno sottili come una seconda pelle le tute spaziale dei futuri astronauti, e non più come le ingombranti tute pressurizzate di oggi. E quello che si sta progettando al Massachusetts Institute of Technology (Mit), abiti leggerissimi, facili da indossare, elasticizzati e aderenti, modellati da minuscole pieghe leggermente in rilievo. Entrarci sarà molto facile, e una volta fatto basta collegarla ad una fonte elettrica per farla aderire perfettamente al corpo, avendo cosi una grande libertà di movimento. Gli astronauti potranno lavorare senza problemi e prima di tutto in sicurezza, e toglierla sarà anche un gesto semplice perchè basterà un po di forza per perdere l'aderenza. Ciascuna piega e’ realizzata in un materiale a memoria di forma, materiale deformabile che si contrae con il calore e ritorna alla sua forma originaria. La tuta sara pressurizzata, ma invece di usare dei gas, sarà applicata una pressione meccanica direttamente sulla pelle.

Troppa antimateria nello spazio


Lo segnala un esperimento sulla Stazione Spaziale Internazionale, l'antimateria, ovvero l'opposto della materia con cariche elettriche di segno opposto, è troppa. E' stato confermato dall'esperimento Ams-02 (Alpha Magnetic Spectrometer), e a questo esperimento partecipa anche l'Italia con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Esiste piu antimateria di quanto ci si aspettava, e i dati hanno rilevato che la differenza di quello che succede nel mondo delle basse energie con energie molto alte, il rapporto tra antimateria e materia e’ quasi
paragonabile. "Questo risultato rappresenta un importante passo avanti nello studio di un fenomeno (l’eccesso di positroni) che era stato riscontrato per la prima volta nell’esperimento spaziale Pamela, e che oggi viene misurato da Ams-02 con una precisione e un’estensione nell’intervallo di energia senza precedenti" ha spiegato il presidente dell'Infn Fernando Ferroni. L'antimateria esiste, è 6 volte più abbondante della materia tradizionale e in futuro si capirà cosa è dovuto questo eccesso.

giovedì 18 settembre 2014

MAVEN verso Marte!

Dopo 10 mesi e circa 700 milioni di chilometri percorsi, per domenica 21 Settembre è prevista l'arrivo dell’orbiter NASA Mars Atmosphere and Volatile Evolution (MAVEN). Per prima cosa, i tecnici e ricercatori del Lockheed Martin Space System di Littleton, in Colorado, faranno delle manovre per inserire l'orbiter dentro l'orbita di Marte, mettendo in moto dei sei piccoli propulsori per stabilizzare il veicolo spaziale. Dopo un periodo di sei settimane, testerà la piena funzionalità degli strumenti scientifici, e a novembre incomincerà a lavorare studiando composizione, struttura e dispersione di gas nella fascia più alta dell’atmosfera di Marte. MAVEN sarà usato anche come ripetitore per comunicare con Curiosity e Opportunity e mapperà la cometa C/2013 A1 Siding Spring durante il suo passaggio ravvicinato. Infatti l'intero pianeta rosso sarà investito dalle particelle di polvere della cometa, e per i rover non ci dovrebbe essere nessun rischio.

Una galassia nana con un cuore supermassiccio

Anche se solitamente i buchi neri si trovano al centro di grandi galassie, un gruppo internazionale di astronomi, guidati da Anil Seth della University of Utah, ha trovato un buco nero supermassiccio in un bozzolo di stelle molto piccolo: la galassia nana ultracompatta M60-UCD1, la più piccola galassia conosciuta sino ad oggi. Questo vero e proprio mostro gigante è stato "scovato" attraverso i dati raccolti dal telescopio Gemini Nord dell’osservatorio di Mauna Kea, nelle Hawaii, e quelli del telescopio spaziale Hubble. M60-UCD1 è la galassia più massiccia nella categoria delle galassie nane ultracompatte con 140 milioni di masse solari e dista da noi 54 milioni di anni luce. Questo buco nero è straordinario, perchè costituisce il 15% della massa complessiva della galassia nana ultracompatta! Molto probabilmente, questa galassia era molto più grande, costituita forse 10 miliardi di stelle, che si è trovata poi a transitare nei pressi della galassia ellittica M60, e da questa interazione, tutte le stelle e la materia oscura nella parte esterna della galassia sono state strappate via dalla galassia più grande. Questa scoperta fa intuire che ci sono un gran numero di altre galassie nane ultracompatte che ospitano buchi neri supermassicci, e questo risultato rappresenta un grande passo in avanti nella loro conoscenza.

mercoledì 17 settembre 2014

Una giovane stella nelle vesti di una vecchia

Si chiama WASP_18b, un pianeta extrasolare con una massa pari a 10 volte quella di Giove e dista 330 anni luce dal sistema solare insieme alla sua stella WASP_18. Questo gioviano caldo orbita intorno alla propria stella in meno di 23 ore, e fa parte e pianeti classificati come “Hot Jupiter” e fa sembrare "vecchia" la sua stella madre. E' la prima volta che si osserva un fenomeno del genere, la stella ha una massa più o meno pari di quella del Sole e viene classificata come di classe intermedia tra una subgigante bianco-gialla e una stella bianco-gialla di sequenza principale. I ricercatori hanno scoperto che WASP-18 avrebbe un’attività cento volte inferiore a quella che potrebbe “permettersi” per l’età che ha. La sua età è stimata intorno a 500 milioni e i due miliardi di anni, ma non emette intense emissioni di raggi X, niente forti campi magnetici, nessuna grande eruzione o fiammata. L'ipotesi più accreditata è quella che le forze mareali create dalla spinta gravitazionale del pianeta gigante abbiano causato un interruzione del campo magnetico della stella. Quindi la causa è il suo pianeta, che con la sua forza di gravità sta creando uno scompiglio all'interno della sua stella madre, probabilmente un sommovimento dei gas all’interno della stella tale da provocare un indebolimento della convezione.

Un sistema planetario davvero anomalo.


Siamo abituati a sistemi planetari con giganti gassosi con orbite abbastanza lontane dalla propria stella, ma Kepler-101 è un vero e proprio sistema solare "invertito". Grazie alle misure dello spettrografo Harps-N e alla fotometria del satellite Kepler,, gli astronomi hanno trovato un super-nettuno caldo, Kepler-101b, e da un pianeta più esterno di dimensioni terrestri e massa inferiore a quattro volte la Terra, Kepler-101c. Orbitano intorno ad una stella di classe G, un sole evoluto e ricco di metalli, e distano rispettivamente di 0.05 e 0.07 UA. Questa ricerca mette in evidenzia per la prima volta un pianeta gigante interno e un pianeta dalle dimensioni terrestri all'esterno, «Questo è davvero uno dei principali risultati del nostro lavoro: Kepler-101 non segue la regola (riscontrata nella maggior parte dei sistemi planetari doppi di Kepler) che il pianeta più grande ha anche il più lungo periodo orbitale, come succede anche nel nostro sistema solare» Ha spiegato Aldo Bonomo, post-doc all’INAF – Osservatorio Astronomico di Torino. Queste conclusioni sono state possibili grazie alla velocità radiale spettrografo Harps-N installato nel 2012 sul Telescopio Nazionale Galileo.

Le origini violente delle galassie a disco

Per molti anni gli studiosi hanno creduto che dalle fusioni tra galassie originassero delle galassie di forma ellittica, ma adesso grazie al telescopio Alma dell'Osservatorio Australe Europeo e tutta una serie di altri radio telescopi, hanno scoperto in modo diretto che sempre da queste fusioni si può originare delle galassie a disco, e questa conclusione potrebbe spiegare perché ci sono così tante galassie a spirale come la nostra Via Lattea nell'universo. Tali sistemi stellari, sono definite da regioni di polvere e gas a forma di "frittella", distinte poi dalla categoria delle galassie ellittiche. Il gruppo ha studiato la distribuzione di gas in 37 galassie che si trovano nelle fasi finali della collisione proprio per identificare la forma finale della nuova galassia dopo la fusione. Questo studio contribuisce a fornire informazioni sulla formazione di alcune galassie come la Via Lattea, e per la prima volta c'è la prova osservativa che le fusioni di galassie possano condurre alla formazione di
galassie a disco.
"Dobbiamo iniziare a concentrarci sulla formazione di stelle in questi dischi di gas. Inoltre dobbiamo guardare a maggiore distanza nell'universo. Sappiamo che la maggior parte delle galassie nell'universo lontano hanno anche dei dischi. Non sappiamo tuttavia, se le fusioni siano responsabili anche di quest’ultimi, o se essi si siano formati dal gas freddo che gradualmente cade nella galassia. Forse abbiamo trovato un meccanismo generale che si applica attraverso tutta la storia dell'universo." Ha detto Junko Ueda.

martedì 16 settembre 2014

Sempre più vicini da Plutone!


New Horizons, la sonda spaziale della Nasa lanciato nel 2006, è sempre più vicino al suo obbiettivo: Plutone!
Di solito la sua strumentazione viene accesa per verificare che tutto funzioni, e dagli ultimi test che ci arrivano, la sonda ha fotografato uno dei satelliti naturali di Plutone, di nome Idra, scoperto nel 2005 grazie al telescopio spaziale Hubble. Queste foto vengono scattate già da adesso proprio perchè sino a pochi giorni fa i suoi satelliti sono sempre state piccoli per essere fotografati, e molto probabilmente, oltre alle sue 5 lune, Plutone ne potrebbe avere altre e addirittura anche gli anelli!
Gli strumenti di elaborazione utilizzati per combinare le immagini e cercare bersagli mobili sono gli stessi che il team utilizzerà per la ricerca di lune "nuove" quando New Horizons sarà molto più vicino a Plutone. New Horizons era ancora 267 milioni miglia (430 milioni km) di distanza dal pianeta nano, quando sono state scattate le immagini, e il fatto che può già osservare e fotografare Hydra è stata una prova incoraggiante della capacità della squadra di trovare deboli lune sull'approccio finale di Plutone. La sonda ha scattato 48 immagini da 10 secondo d'esposizione l'una, prima il 18 Luglio e di nuovo il 20 Luglio. La sonda New Horizons raggiungerà il suo obbiettivo il 15 luglio 2015, in cui studierà la morfologia del pianeta nano Plutone e del suo satellite Caronte, creare una mappa della superficie dei due corpi celesti e analizzarne l'atmosfera.

Il nostro pianeta non è al sicuro dai pericoli dello spazio

Lunedì è stato pubblicato da un ispettore generale dell’agenzia spaziale un catalogo su Near Earth Objects della NASA - oggetti che intersecano l'orbita terrestre -, il cui programma, iniziato dal 1998, ha lo scopo di trovare a catalogare comete e asteroidi di grandi dimensioni che transitano ad una distanza di 28 milioni di chilometri dalla Terra, per proteggere il nostro pianeta. L'obbiettivo era di catalogare il 90% degli oggetti entro il 2020, ma oggi siamo nel 2014 e sono stati registrati 11.000 oggetti potenzialmente pericolosi, pari a circa il 10% della stima totale. Siamo quindi molto indietro,  e lo dimostra quanto accaduto in Russia nel cielo di Chelyabinsk il 15 febbraio 2013, quando un piccolo asteroide di 15 metri e una massa di 10.000 tonnellate è entrato in atmosfera, provocando danni significativi. Quindi, il nostro pianeta non è al sicuro, e la Nasa, sempre secondo il rapporto, dovrebbe collaborare con più agenzie per individuare questi corpi che minacciano il nostro pianeta. 

lunedì 15 settembre 2014

Scelto il punto di approdo di Philae!


Il rover Philae della sonda Rosetta si poserà sul nucleo della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko in un area chiamata "J", che offre buone condizioni di osservazione dell'attività cometaria. “Come abbiamo potuto vedere dalle immagini ravvicinate degli ultimi giorni, la superficie della cometa è scientificamente molto ricca ed emozionante, ma è anche una sfida dal punto di vista delle manovre di approdo” ha dichiarato il responsabile del lander Philae Stephan Ulamec. Il rover atterrerà sulla cometa il prossimo 11 Ottobre, data che nei prossimi giorni verrà confermata. Questo evento sarà memorabile, perchè per la prima volta nella storia dell'umanità metteremo piede (in modo indiretto) su una cometa! Una volta sulla superficie, si apriranno due arpioni che ancoreranno il lander alla cometa, e inizierà a scattare foto, a trivellare la superficie e analizzandone la composizione.

Conosciamo il cielo: la galassia di Andromeda!


La Galassia di Andromeda (NGC 224 - M31) è la galassia più importante e più grande del Gruppo Locale, che comprende una trentina di galassie. E' il doppio della Via Lattea, grande circa 180 mila anni luce con una massa pari a 180 miliardi di Soli. Dista da noi 2 milioni di anni luce ed è l'oggetto celeste più lontano visibile ad occhio nudo. Negli anni venti era considerata una nube di gas in trasformazione in un sistema solare, e questa bellissima galassia fu segnalata anche dall'astronomo persiano Al Sufi nel 986 d.C. Si estende nel cielo per ben 3°, sei volte la Luna, e per osservarla al meglio basta anche un piccolo binocolo. Per trovarla, basta rintracciare la costellazione di Andromeda per poi trovare la stella Mirach (β Andromedae), fino a risalire le stelle μ Andromedae e ν Andromedae, in direzione NE/SW, fra Perseo e Pegaso, sino a trovare una macchina simile ad un fuso allungata. In fotografia a lunga posa rivela tutte le sue caratteristiche, e al telescopio è visibile la parte centrale e un piccolo accenno di un braccio a spirale.

domenica 14 settembre 2014

I "buchi" nella ionosfera di Venere.

Lo possiamo chiamare il "pianeta gemello" della Terra solo per alcune caratteristiche, come ad esempio le dimensioni, densità e composizione chimica, ma Venere ha più differenze che somiglianze, e oggi se ne aggiunge un altra, osservata anche nel 1978 quando il Venus Pioneer Orbiter: dei veri e propri buchi nella ionosfera di Venere. Siccome non ha un campo magnetico che indirizza le particelle del vento solare verso i poli, ma interagiscono direttamente con l'alta atmosfera, la sua ionosfera particolarmente carica interagisce con il plasma portato dal vento solare, e proprio qui sono stati trovati questi "buchi", canali che e nell’atmosfera venusiana convogliano il campo magnetico prodotto dal plasma solare verso il suo nucleo roccioso. Questo ci fa capire che il campo magnetico di Venere è più complicato del previsto

I pianeti al posto della Luna!

E' stato lo scrittore Ron Miller a sostituire la Luna con i pianeti del Sistema Solare, le immagini tengono conto la distanza che separa Terra-Luna. Ecco il risultato.
Mercurio

Venere


Marte
Giove
Saturno

Urano
Nettuno




sabato 13 settembre 2014

Nubi d'acqua ghiacciata nell'atmosfera di una nana bruna!

Le nane brune sono oggetti celesti ibridi, a metà strada tra una stella e un pianeta, e per la prima volta è stato osservato su una di queste delle nuvole d'acqua ghiacciata. Sono state osservate grazie al telescopio Magellano Baade, e quello che è stato visto dal gruppo dell’Istituto Carnegie di Washington coordinato da Jacqueline Faherty sono vere e proprie formazioni nuvolose, e non semplice vapore! Queste nubi sono state individuate nell'atmosfera di Wise J0855-0714, e senza farla apposta, fu una delle prime nane brune individuate dal telescopio spaziale Wise nel 2010 a una distanza di appena 7,3 anni luce dalla Terra. “Sarebbe la prima volta che si osserva una copertura nuvolosa fatta di cristalli di ghiaccio su un corpo al di fuori del Sistema Solare, ma e’ molto difficile confermarne la scoperta: le tracce osservate sono quasi nulle, con i dati attuali” ha detto Patrizia Caraveo, direttrice dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Quindi bisognerà attendere nuove osservazioni che verranno effettuate dal prossimo telescopio spaziale James Webb, che sarà lanciato nel 2018, che migliorerà notevolmente l'osservazione nello spettro infrarosso.

2 fotografie..... E un disegno!

Ciao a tutti!

E' da tempo che non pubblico un articolo!

Bene, volevo ricominciare mostrandovi 2 mie foto e un disegno fatto con Gimp!!

1) Un ospite inatteso!

Stavo facendo delle fotografie al cielo nuvoloso, nel quale si evidenziava il forte inquinamento luminoso di Manduria. Davvero, vi giuro che non sapevo ci fosse la mia cagnolina davanti alla fotocamera! :-D
Quando ho poi visto la foto sono saltato all'aria! Dico sul serio, è incredibile!

La mia cagnolina è sempre la mia compagna di osservazioni, ma non fino a questo punto!

A proposito, si chiama Kira :-)


2) Licantropi in arrivo!

Ok, sto scherzando, il titolo era un po per rendere la storia più divertente! :-D
La fotografia l'ho ottenuta con una Nikon Cool Pix S2700 (senza telescopio, solo con lo zoom della compattina stessa), la qualità non è delle migliori, ma ne sono comunque soddisfatto! :-)

Voi che ne direste?

Ho aumentato un po il contrasto e la luminosità, ma ho fatto in modo da renderla il più fedele possibile alla Luna che si vedrebbe ad occhio nudo....





3) M 57 rappresentata in un disegno!

 Ultima, ma non meno importante... Un disegnino fatto con Gimp di M 57 (meglio conosciuta come "Nebulosa Ad Anello Nella Lyra").

Ok, non è da ASOD, ma è accettabile, no?

Cosa vi devo dire...? Ah sì, questo disegno rappresenta una mia osservazione di ieri sera che riguardava proprio M 57! E nulla di più :-)


Ci rivediamo al prossimo articolo!!



Stupenda tempesta geomagnetica in corso!(FOTO)

Photo by Erling Sverre Nordøy
Tra il 12 e il 13 settembre, è stato registrato un disturbo del campo magnetico terrestre a causa del CME di classe X1.6. Questa interazione ha generato una tempesta geomagnetica di tipo G3 (Strong), ed è stata registrata la velocità del vento solare: 706 km/s. Le tempeste geomagnetiche non causano problemi all'uomo, ma possono recare disturbi radio e ai sistemi GPS. Intanto ha prodotto delle aurore luminosissime, addirittura sono state viste anche dagli Stati Uniti. La tempesta si è placata, ma l'attività geomagnetica rimane comunque alta.
Photo by Chad Blakley
Photo by Katja Moisio


Il rover Curiosity ai piedi del Monte Sharp!

Dopo due anni di cammino, Curiosity ha finalmente raggiunto il suo obbiettivo: è arrivato ai piedi del Monte Sharp, la montagna che si trova al centro del grande Cratere Gale. Il rover dovrà salire da una delle sue pendici, e questo monte è molto importante perchè è una "scatola nera" di Marte. "Un nuovo capitolo sta per aprirsi ora per Curiosity, e questa è già una incredibile introduzione al nuovo mondo che andiamo ad esplorare" ha spiegato Jim Green, direttore della Divisione per Scienze Planetarie della NASA. "Dopo lo storico ed innovativo atterraggio su Marte e la lunga fila di scoperte scientifiche, il futuro è davanti a noi." Adesso Curiosity si trova in un luogo chiamato Pahrumo Hills, infatti, prima di iniziare la scalata, analizzerà lo studio dei depositi alla sua base. "E' stato un viaggio lungo ma storico quello che ci ha portato verso questa montagna Marziana" ha spiegato John Grotzinger, del Caltech, membro del team scientifico di Curiosity. " Il nuovo obiettivo sara’ ora quello di risalire una parte dei 5500 metri di altezza del Monte Sharp, per scoprire la lunga storia geologica scritta nei diversi strati di terreno.

La cometa C/2014 E2 (JACQUES) fotografata ieri sera.

Approfittando di un cielo abbastanza buio, ieri sera ho voluto fotografare con la mia Canon Eos 1100 D la cometa C/2014 E2 (JACQUES), che ha dato spettacolo nelle sere di agosto.
La cometa è quella piccola nebbiolina sferica che vedete tra le stelle, e devo proprio dire che è diminuita parecchio di luminosità. La foto è stata scattata con una focale di 300 mm, ISO 1600 e 30'' di esposizione. Attualmente dovrebbe essere di nona magnitudine, quindi visibile con un telescopio nella costellazione del Cigno. Ho monitorato questa cometa per tutto il mese di agosto, infatti voglio pubblicare una foto che ho scattato, sempre con la stessa focale e le stesse impostazioni, il primo del mese.

venerdì 12 settembre 2014

Una superterra vicino casa!

Ancora non confermato, si chiama Gliese 15Ab, l'esopianeta che si trova a 11,7 anni luce da noi, che orbita intorno ad una nana rossa di nome Gliese 15A. E' l'esopianeta più vicino che conosciamo sino ad oggi, ma data la sua bassa luminosità, ancora non è stato osservato direttamente. Sono state osservate solo le piccolissime oscillazioni della stella con lo spettrometro HIRES istallato al telescopio da 10 metri di diametro Keck sulle Isole Hawaii. Quello che sappiamo su Glise 15AB è che possiede una massa 5,35 volte maggiore del nostro pianeta, e orbita intorno alla sua stella in circa 11 giorni. Il prossimo passo sarà confermare con un altro metodo la sua effettiva esistenza, magari osservarlo con altri metodi di ultima generazione, come il Gemin Planet Imager - che ricava l'orbita di un pianeta- , o anche attraverso il Large Binocular Telescope - che fotografa ad alta risoluzione l'universo - .

giovedì 11 settembre 2014

Una matrioska che vaga nello spazio

Ha una superficie costituito da vari strati, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, fattore che rivelerà l'origine di questo vero e proprio mattone del sistema solare. La mappatura è stata effettuata dallo strumento Osiris montato a bordo della sonda Rosetta dell’Agenzia spaziale europea (Esa). "Grazie a queste immagini abbiamo scoperto che nel collo che unisce i due lobi della cometa si concentra una forte attivita’ – spiega Massironi, geologo planetario dell’Universita’ di Padova – data dalla sublimazione del ghiaccio e dall'emissione di gas e polveri”.”La risposta alle nostre domande potrebbe essere nella stratificazione della superficie esterna che abbiamo trovato in piu’ punti della cometa”. Se troveremo una continuita’ degli strati tra i due lobi della cometa, potremmo pensare che si tratti di un corpo unico”

L'asteroide 2014 RC batte gli altri asteroidi in velocità!

Photo By Robson Hahn
Puntuale come le previsioni, l’asteroide 2014 RC è transitato a circa 33.500 km sopra le nostre teste domenica 7 settembre, senza arrecare danni, infatti le voci del frammento caduto a Nicaragua erano infondate. Gli astronomi di tutto il mondo hanno osservato il passaggio di questo piccolo sasso di 12 metri di diametro, e un team guidato da RP BinzelD. Polishook (MIT) e SJ Bus (Univ. Hawaii), hanno mostrato grazie all’Infrared Telescope Facility (IRTF) a lunghezze d’onda, hanno mostrato che appartiene appartiene ad un tipo di asteroidi classificati come Sq del Gruppo S(Siicati). Però, ciò che ha sorpreso gli astronomi è la sua rotazione, molto veloce rispetto ad altri asteroidi Near-Earth! Infatti, grazie al telescopio di 1,1 metri del Lowell Observatory, è stato osservato che ha una bassa ampiezza nella curva di luce di ~ 0,1 magnitudo e un migliore adattamento al periodo di rotazione di circa 15,8 secondi. In poche parole, è l'asteroide più veloce fino ad oggi osservato!

Un anello dinamico


Confrontando le immagini di 30 anni fa della sonda Vojager, uno studio finanziato dalla Nasa, gli scienziati hanno scoperto che nell'anello F nascono e muoiono piccole lune. "L'anello F è composto interamente da cristalli di ghiaccio, ed è molto più scuro rispetto agli anelli luminosi A, B e C. Inoltre, è stretto e pieno di dossi che sono scomparsi, osservando le fotografie di Voyager" hanno detto Robert French e Mark Showalter. L'anello F ha un diametro di 900.000 km, è il più esterno e il più dinamico, con una struttura in continua evoluzione a causa dei satelliti "pastori" che producono sbuffi a forma di uncino. Una luna in particolare, di nome Prometeo, con il suo diametro di 86 km, influenza in maniera particolare questa regione, soprattutto ogni 17 anni, quando la sua orbita di allinea con l'anello F. Il video mostra la formazione dei drappi scuri originati dall'influenza gravitazionale di questa piccola luna, che appare per primo, seguito poi dal piccolo satellite pastore Pandora. 

Brillamento solare di classe X1.6 dalla regione AR 2158!(Immagine animata)


Ieri sera, ora locale 19.43, la regione AR 2158 ha prodotto un brillamento solare di classe X1.6. Sono state registrare, sempre dalla stessa regione, altre 10 forti esplosioni! La tempesta solare viaggia ad una velocità di 3750 km / s, e pensate, ieri ha causato un blackout radiofonico sulla Terra, e una parte di esso ci raggiungerà domani verso la mezzanotte, producendo stupende aurore boreali e australi. Le previsioni NOAA stimano una probabilità del 40% di X-class flares e 85% di probabilità per flares classe M.

Post di approfondimento: la luce zodiacale.


E' un debole chiarore a forma di ventaglio, la luce zodiacale, che appare lungo l'eclittica prima dell'alba o dopo il tramonto, è visibile soprattutto in primavera, ma invisibile se c'è la Luna. Questa vera e propria luce, in realtà, compre l'intera volta celeste, e si tratta di particelle di polvere presenti nello spazio illuminati dalla luce solare. Pesate che, se fossero di grandi un millimetro, si troverebbero una dall'altra ad 8 km di distanza! La prima descrizione di questo suggestivo fenomeno arriva dal 1693, quando Gian Domenico Cassino lo descrisse come una nube che circondava il Sole. Il problema oggi è trovare un luogo buio, dato che ad ogni chilometro che si fa, c'è l'inquinamento luminoso di qualche paese che disturba l'osservazione. Sarebbe l'ideale andare in alta quota per osservare questo incredibile fenomeno. Quando il cielo è davvero nero, l'intera banda zodiacale sarà visibile ad occhio nudo senza problemi.

mercoledì 10 settembre 2014

Tatooine esiste!!

E' stata annunciata la scoperta di un altro pianeta extrasolare da parte della sonda Kepler. Tale corpo ricorda un po' il famoso pianeta Tatooine di Star Wars

Infatti, il pianeta orbita intorno non una stella singola come il Sole, ma una coppia di stelle.

Le due stelle orbitano in 27 giorni intorno il comune centro di massa, in orbite debolmente eccentriche. La somma del semiasse maggiore delle orbite e' 0,2 unita' astronomiche, circa 30 milioni di km.

Il pianeta orbita in 240 giorni e 0,8 unita' astronomiche intorno il centro di massa del sistema. Il suo raggio e' 6 volte quello del nostro pianeta; e' un po' piu' grande di Urano e Nettuno, ma più piccolo di Saturno e Giove. La sua massa non e' nota con precisione. Esso riceve una costante solare pari al 90-95 % di quella della Terra. Esso ha dunque la temperatura giusta per l'acqua liquida. E' probabile che tale pianeta sia un gigante gassoso, ma se esso ha satelliti naturali essi potrebbero avere condizioni per forme di vita.

Il ruggito del C8: La Luna!

Come ad occhio nudo, anche al telescopio la Luna è davvero uno spettacolo, solo con una piccola ma allo stesso tempo grande differenza: puoi passeggiarci sopra!
Proprio cosi, come questa foto che ho scattato ieri sera, con la mia Canon Eos 1100 D tramite il metodo afocale - un procedimento semplice e spesso è uno dei primi sistemi di astrofotografia- su uno schmidt-cassegrain di 203 mm di diametro e 2032 mm di focale. Come vedete, la foto parla da sola, è un vero e proprio spettacolo che la nostra compagna ci offre. Ho voluto dare un elaborazione "leggera", aumentando di poco il contrasto e diminuendo la luminosità, per restare fedele a ciò che si vede posando il proprio occhio sull'oculare.